Di là dalla pozzanghera (appunti su Dayton 2012) terza parte


Anch' io sono uscito chiudendo dietro di me la porta verde. E anche per me l' America era Atlantide. Per chi non la conoscesse parlo di "Amerigo" una canzone che Francesco Guccini scrisse nel 1978. Ma a differenza del protagonista di questa storia io sono andato a fare il turista invece che il minatore, poi quante cose abbia imparato ancora non so dirlo. E non so dire nemmeno se sono stato più affascinato dall' America o dagli americani, ma andiamo per ordine.

Questa è la Interstate 75 che dal Kentucky sale verso nord attraversando il confine meridionale dell' Ohio.
Come si vede dalla foto i taxi non vanno forte. Volano basso.









E' una strada bella larga, a quattro corsie, molto ben tenuta e gratis come tutte le autostrade negli Stati Uniti. Di notte, dopo un curvone, si spalanca la vista dei grattacieli di Cincinnati che ci sono apparsi illuminati a giorno. Non era Natale e nemmeno un giorno festivo, e Cincinnati non è neanche la capitale dello stato, anzi è un po' più piccola di Bologna (330 mila abitanti contro 380 mila) eppure ho avuto una impressione di grandezza e di opulenza che poi mi ha seguito dovunque. Nei prati all' inglese curatissimi senza un filo fuori posto, nelle case quasi tutte a un piano con garage spesso lasciato aperto anche di sera, nelle strade larghe e pulite. Le scuole avevano tutte un parcheggio molto ampio e vastissime aree verdi, come questa.









Se sbagliavamo strada e dovevamo cambiare corsia rapidamente, nessuno ci suonava il clackson. Non c'era una cartaccia per terra, nè un pacchetto di sigarette, una cicca. Assolutamente niente.
Ecco la caserma dei pompieri, da notare il prato e le aiuole ben curate e l' onnipresente asta con la bandiera.









Questo è un treno merci, fotografato dall' auto in movimento. E' trainato da due locomotori diesel-elettrici (la linea non è elettrificata) che in pratica hanno un enorme motore diesel che fa girare un alternatore il quale alimenta i motori elettrici che sono nei carrelli sopra gli assali. In questo modo il motore diesel viaggia sempre a regime di massimo rendimento, non esiste il cambio quindi non c'è la perdita di potenza (attorno al 10%) che questo normalmente produce.
Probabilmente vista la lunghezza enorme delle loro linee costa meno questa soluzione piuttosto che elettrificarle tutte, ma la questione ancora non mi è del tutto chiara.









Particolare di un carro merci scoperto, probabilmente adibito al trasporto di carbone. Notare che gli assali non sono amortizzati ma il carrello si.









Una betoniera sull' autostrada. Ha lo scarico davanti, rovesciato rispetto alle nostre. Sospetto che in questo modo ci sia una maggiore facilità di manovra, però non capisco la funzione del rimorchio posteriore.









Il mio amico Edward ci ha invitato a casa sua. Sobborghi di Dayton, prati all' inglese curatissimi, casette a un piano con giardino senza nè recinto nè sbarre alle finestre. Nel giardinetto dietro casa ha alcuni alberi, sui quali si arrampicavano degli scoiattoli grigi dalla coda lunga. Dico, ma come gli scoiattoli? E lui: si ma qui ci sono anche i conigli selvatici, le volpi e le oche canadesi. Al che ho risposto: ma cavoli, gli scoiattoli nel cortile di casa li avevo visti solo nei film di Walt Disney!
Da notare il braciere, che è una parabola per microonde. Mi sembra di capire che là si pratichi spesso la nobile arte del barbeque, probabilmente seguendo la tradizione dei pionieri, ma è una faccenda che bisogna studiare attentamente perchè c'è chi pone direttamente sulla graticola le costolette di maiale e chi prima le fa cuocere in un tegame assieme a tabasco e varie altre salse, poi solo quando la cottura è quasi ultimata le fa rosolare alla brace.
In ogni modo l' ospitalità di Edward è stata splendida. Fare il turista è una cosa, conoscere le persone, fare domande, capire il pensiero e lo stile di vita è un' altra storia. Si impara molto di più.









Ho scoperto con sorpresa che in USA non solo esiste la pizza, ma è anche buona. Qui eravamo sempre da Edward, gli abbiamo prosciugato il frigo ma era una giornata caldissima e con un' umidità che sembrava di stare a Comacchio. Pensare che mi avevano avvisato di portare l' ombrello perchè l' Ohio doveva essere uno stato piovoso!










Le case nella periferia sud di Dayton sono più o meno come queste. Il centro della città è visto più come luogo di lavoro che di soggiorno, sicchè credo che ci sia una rete piuttosto efficiente di trasporti altrimenti non funzionerebbe niente.



















Le commesse di Wall-Mart prendono la roba che hai comprato dal nastro e te la imbustano loro, ma in buste di plastica grigie bruttine e piuttosto piccole. I prezzi nei supermarket non sono veri: bisogna sempre aggiungere il 7% di tasse (almeno nello stato dell' Ohio, poi in altri può essere anche il 9%) che non sono comprese, come invece succede da noi. Ecco IZ3HGL e IZ4GWE all' uscita, dall' aria soddisfatta potete dedurre che i prezzi fossero ugualmente buoni.









Però nel parcheggio del supermarket zampettano tranquillamente delle oche selvatiche. Da noi finirebbero arrosto in pochi secondi, oltretutto sono anche belle grosse!









La colazione costava circa 6 dollari prendendo un bicchierone di caffè e una specie di tortina o un muffin da Starbucks, non è compresa nel prezzo dell' albergo (il che mi ha lasciato qualche perplessità) e mi è sembrata un po' cara considerando che il posto è il più economico in assoluto, in pratica il discount delle colazioni. Però di caffè ne danno tanto, quasi come una coca media, e per essere sicuri di ustionarti per bene le tonsille lo servono in bicchieri di carta con una ulteriore copertura di cartone per mantenerlo bollente. Per fortuna l' aria condizionata è al massimo, sempre e dovunque.









Un ponte alla periferia di Cincinnati. Più o meno tutti quelli che abbiamo visto erano in acciaio, un singolo ponte per ogni senso di marcia, costa una follia ma è molto più difficile che si verifichi un blocco totale del traffico.









E' impossibile condensare tutto quello che ho visto in un paio di pagine, ma non solo per questioni di spazio, in ogni modo spero che il lettore abbia inteso quello che volevo dire: l' America non è solo una nazione enorme, ma un luogo dell' anima, almeno per chi l' ha immaginata da lontano crescendo coi miti del dopoguerra.

l' America era Atlantide, l' America era il cuore, era il destino,
l' America era Life, sorrisi e denti bianchi su patinata,
l' America era il mondo sognante e misterioso di Paperino.
L' America era allora per me provincia dolce, mondo di pace,
perduto paradiso, malinconia sottile, nevrosi lenta,
e Gunga-Din e Ringo, gli eroi di Casablanca e di Fort Apache...


E ora un consiglio: andateci, se potete. Vedere l'America è un'esperienza fantastica, anche se è troppo grande per capirla al volo. Vi rimarrà dentro qualcosa.

Paolo Zaffi

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